10 parole inventate da Gabriele D'Annunzio

Il Sommo Poeta

1. TRAMEZZINO
Nell'Italia dell'autarchia, molti termini stranieri vennero "italianizzati" così da dare priorità alla lingua italiana e alla sua cultura. Un esempio è "tramezzino",parola coniata da Gabriele d'Annunzio ispirandosi al termine inglese "sandwich".Infatti la parola è un diminutivo che deriva da tramezzo e dà proprio l'idea di uno spuntino a metà strada (tramezzo) la colazione e il pranzo.


2.SCUDETTO.
Il triangolo tricolore fu per la prima volta cucito sulle maglie della squadra vincitrice del Campionato italiano nel 1925 (il Genoa fu la prima squadra ad averlo). Questa usanza fu per così dire "inventata" proprio da D'Annunzio, grande appassionato e tifoso di calcio.


3.VIGILI DEL FUOCO.
Alla nascita nel 1935, il Corpo Nazionale venne chiamato "pompieri", nome che deriva dall'analogo corpo francese. Successivamente il termine, sempre a causa dell'autarchia culturale, venne abbandonato per far spazio al più moderno "Vigile del Fuoco". Anche in questo caso fu proprio lo scrittore italiano a coniarlo, ispirandosi ai termini latini "vigil" e "fucus".


4.IL MARCHIO SAIWA.
Sembra impossibile, ma l'azienda italiana di biscotti tutt'ora operante "SAIWA" deve il suo nome grazie a D'Annunzio. Nata nel 1900 come una piccola pasticceria in centro a Genova, negli anni riuscì a guadagnarsi un successo sempre più nazionale grazie alla sua specialità, gli "sugar wafer", dei biscotti inglesi che decise di produrre il titolare per il suo negozio una volta tornato da un viaggio a Londra.
L'azienda genovese, ormai diventata una produzione industriale di prodotti da forno, nel 1922 cambia sede e nome, quest'ultimo proprio su suggerimento di d'Annunzio che ne fu da sempre un soddisfatto cliente. La società venne rinominata SAIWA, acronimo di "Società Accomandita Industria Wafer e Affini".


5.AUTOMOBILE (AL FEMMINILE)
Simbolo di mascolinità, potenza e prestigio, quando nacque il termine "automobile" era declinato quasi in ogni stato al maschile. Pian piano però, con l'intervento dei linguisti, il termine passò all'articolo femminile (come accadde in Francia), diversamente dalla Spagna che invece mantiene tutt'oggi l'articolo maschile.
In Italia, nel 1926, D'Annunzio (che all'epoca era ormai riconosciuto come una delle più illustri autorità nel campo linguistico), dichiarò che: «automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza». 

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Fonte immagine: il sommo poeta
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